Scorza, la tartaruga marina mascotte di Liberi dalla Plastica

L’associazione di promozione sociale Liberi dalla Plastica ha adottato una tartaruga marina tramite Cestha, Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat.

Un piccolo gesto per sensibilizzare sull’importanza di proteggere le specie in via di estinzione dalla plastica in mare.

Perché è importante tutelare la tartaruga marina

Ogni giorno, l’inquinamento plastico che affligge mari e oceani finisce per danneggiare gli animali che lo abitano.

Sono tantissimi i pesci, le tartarughe e i crostacei che ingeriscono accidentalmente microplastiche o finiscono intrappolati all’interno di buste in plastica.

Per molti si tratta di un triste destino, ma alcuni hanno la fortuna di essere recuperati, curati e reimmessi nel loro habitat grazie al lavoro di associazioni senza fini di lucro.

La tartaruga marina è un indicatore di biodiversità del mare

Oltre al suo aspetto bonario, che conquista la simpatia di grandi e piccini, la tartaruga marina è una delle specie che più risente dell’inquinamento da plastica in mare.

Si tratta di un bioindicatore molto importante, la cui salute è strettamente correlata a quella dell’habitat dove vive.

È infatti al vertice della catena alimentare marina e contribuisce a mantenere l’equilibrio della flora e della fauna sottomarina.

Purtroppo le sette specie a oggi conosciute di tartaruga marina sono a rischio di estinzione a causa del grave stato di salute dei mari e delle attività di pesca incontrollata. Sempre più spesso restano impigliate nelle reti dei pescatori, annegando o ferendosi gravemente, tanto da finire spiaggiate.

Un altro fattore di alto rischio per la tartaruga marina è la presenza di rifiuti che galleggiano sulla superficie dell’acqua e si depositano sui fondali.

Scambiandoli per meduse e microrganismi di cui va ghiotto, l’animale ingerisce grandi quantità di residui in plastica, che provocano problemi intestinali spesso molto gravi.

Che cos’è un Centro di recupero per tartarughe marine

Per aiutare questi preziosi animali, in Italia sono attivi diversi centri di recupero che si occupano di curare i rettili marini per poi reimmetterli nel loro habitat naturale.

Cestha è il Centro di Terapia e Riabilitazione per Tartarughe Marine di riferimento per l’area nord della Regione Emilia Romagna specializzato nella cura e riabilitazione della tartaruga marina.

Con un team di ricercatori, biologi marini e veterinari, l’ente di ricerca lavora ogni giorno per tutelare la biodiversità.

Le sue attività principali sono legate alla conservazione delle specie a rischio di estinzione e alla promozione di pratiche sostenibili in collaborazione con il CNR e le Università di Bologna e Padova.

Nei suoi anni di attività ha infatti recuperato da cattura accidentale più di cento specie, salvato 95 squali e 184 tartarughe marine.

Con delle vere e proprie spedizioni recupera esemplari malati o feriti, si occupa degli animali in degenza con speciali vasche, applicando cure e terapie integrative.

L’obiettivo è quello di far guarire completamente gli animali, spesso oggetto di operazioni chirurgiche che li liberano da accumuli di plastica e lenze attorcigliate all’interno della pancia.
Si tratta di attività fondamentali per proteggere gli animali dalla plastica in mare, che possono essere sostenute attraverso delle piccole donazioni.

Il centro sperimentale per la tutela degli habitat Cestha si occupa della salvaguardia delle tartarughe marine

Scorza, la tartaruga marina di Liberi dalla Plastica

L’associazione Liberi dalla Plastica, impegnata ogni giorno con progetti per eliminare attivamente i polimeri sintetici dalle nostre città, ha voluto contribuire alla salvaguardia dei mari adottando una tartaruga marina.

“Dopo una ricerca sulle diverse associazioni che si occupano delle adozioni di tartarughe marine, abbiamo deciso di affidarci a Cestha. Questo perché oltre alle cure veterinarie e alle terapie all’avanguardia per il reinserimento delle tartarughe nel loro habitat, fornisce aggiornamenti costanti sulla salute degli animali e permette di assistere alla loro liberazione in mare”

racconta Gaia Corti di Liberi dalla Plastica.

“Quando la tartaruga marina è stata prelevata, abbiamo scelto di darle il nome Scorza e abbiamo atteso notizie sulle sue condizioni”.

Dopo i controlli di routine fortunatamente è emerso che Scorza non aveva gravi problemi di salute, mentre il suo carapace è stato ripulito dai parassiti che lo popolavano.

Il rilascio in mare è stato ritardato di qualche giorno a seguito dell’espulsione di alcune microplastiche che la tartaruga marina aveva ingerito accidentalmente nuotando libera in mare.

Dopo un periodo di osservazione ulteriore, finalmente Scorza è stata liberata in ottima salute.

“Come associazione, oltre a lottare concretamente nell’eliminare la plastica, abbiamo voluto lanciare un segnale e supportare altri enti attivi per tutelare il nostro pianeta e le specie che lo abitano” conclude Gaia Corti.

“Noi facciamo prevenzione, ma c’è anche chi si occupa di rimediare ai danni causati dalla plastica in mare, supportando gli animali che non hanno strumenti per difendersi. Ecco perché è importante supportare il lavoro di Cestha e contribuisce a mantenere in equilibrio gli habitat marini”.

Adotta una tartaruga come ha fatto Liberi dalla Plastica

Rivolgendosi ad enti seri e strutturati come Cestha, è possibile dare il proprio contributo per tutelare specie in via di estinzione.

Esistono diverse opzioni di donazione che partono da 50€ e arrivano fino a 200€.

Queste permettono di finanziare le terapie di cura e riabilitazione, fino a partecipare al rilascio della tartaruga marina nel suo habitat naturale.

Adotta una tartaruga come ha fatto Liberi dalla Plastica e contribuirai a salvarla dalla plastica in mare e dall’inquinamento causato dalle attività umane. Per maggiori informazioni visita il sito https://www.cestha.it/