Non solo nell’acqua, nel suolo, nella neve e nell’aria. Purtroppo sono state rinvenute delle microplastiche nel corpo umano.
Questi pericolosi interferenti endocrini, penetrano nelle vie aeree e nell’apparato digerente a causa dell’inquinamento di numerosi ecosistemi.
Qui ti raccontiamo perché sono dannose e dove sono state trovate grazie al lavoro degli scienziati.
Indice dei contenuti
Microplastiche nel corpo umano, chi le ha scovate e perché
Sono ingerite da pesci e microrganismi che popolano i mari. Se ne cibano gli uccelli e gli animali da pascolo che accidentalmente le trovano adagiate sul suolo.
Le plastiche esauste sono ovunque e, purtroppo, sono entrate a far parte della catena alimentare di numerose specie animali, non ultima quella umana.
Osservando il diffondersi dei polimeri sintetici abbandonati nell’ambiente, numerosi ricercatori hanno iniziato a domandarsi se questi potessero essere presenti anche all’interno del corpo umano.
Già nel 2017 in Belgio, alcuni studi sui frutti di mare hanno dimostrato che, cibandosi dei bivalvi, si possono ingerire fino a 11mila microplastiche all’anno.
Queste scoperte hanno spianato la strada a nuovi studi che in questi anni si stanno moltiplicando nelle università di tutto il mondo. Anche in Italia.
Dove sono state trovate le microplastiche nel corpo umano
Ecco dove sono state trovate tracce di questo polimero sintetico:
- nel latte materno
- nella placenta
- nel sangue umano
- nei polmoni
- nelle urine
- nel cervello
- negli occhi
Dal latte materno alla placenta
Nel 2018 sono state rilevate microplastiche nelle feci di un campione di otto persone sottoposte a uno studio legato alle microplastiche nel corpo umano. La stessa ricerca ha poi evidenziato la presenza di plastica nella placenta.
Un dato confermato dal più recente studio dell’ospedale Fatebenefratelli e dell’Università Politecnica delle Marche pubblicato su Environment International e ripreso dall’Ansa.
Grazie alla microspettroscopia Raman sono state trovate particelle di dimensioni comprese tra 5 e 10 micron nella placenta, alcune in polipropilene, altre sotto forma di polimeri sintetici generici colorati.
Lo stesso studio portato avanti dall’Unità di Ostetricia e Ginecologia ha riscontrato presenza di microplastiche nel latte materno di 26 donne. Più precisamente sono state rinvenute tracce di polietilene, polipropilene e polivinilcloruro di dimensioni irregolare.
Tracce di plastica nel sangue
Rai News ha dato notizia di uno studio effettuato dagli immunologi dell’Università di Vrije ad Amsterdam, i cui risultati hanno confermato la capacità dell’organismo umano di assorbire microplastiche.
Tra i luoghi dove queste si depositano in maggior misura ci sono i vasi sanguigni, che le trasportano da un punto all’altro del corpo, rischiando di compromettere diversi organi vitali.
Microplastiche e nanoplastiche (dal diametro inferiore a 0,001 mm) si trovano in tantissimi prodotti di uso quotidiano come detersivi e cosmetici, oltre che disperse nell’ambiente.
Queste riescono a penetrare nel corpo umano attraverso le vie aree, finendo nell’apparato respiratorio e nel circuito ematico, oppure nell’apparato digerente attraverso il cibo.
Le quantità rilevate, fortunatamente, al momento sono basse e si attestano su 1,6 microgrammi per millimetro. Tra le microplastiche nel corpo umano più diffuse ci sono PET, polietilene, polimeri di stirene e plexiglas.
Microplastiche nel corpo umano, sono anche nei polmoni
Placenta, latte materno e sangue non sono gli unici luoghi dove si trovano microplastiche nel corpo umano.
Secondo National Geographic, nella primavera del 2022 uno studio condotto da ricercatori inglesi e olandesi ha rilevato la presenza di plastica nella profondità dei polmoni.
Si tratta di frammenti di nanoplastiche del diametro più piccolo un micron, anche se in un paziente è stata rinvenuta una fibra di 2 mm nel lobo polmonare.
Plastica anche nelle urine
Un recentissimo studio Italiano pubblicato il 30 dicembre 2022 ha trovato per la prima volta tracce di microplastiche nelle urine umane.
Analizzando i campioni di sei donatori sani fra i 16 e i 35 anni sono stati identificati 7 polimeri sintetici di dimensioni comprese fra i 4 e i 15 micron.
L’origine di questi frammenti potrebbe essere dovuta a cosmetici, dentifrici, detergenti, cibo o bevande.
Microplastiche nel cervello, l’ultimo studio
Già nel 2016 uno studio condotto su dei campioni di cervello umano aveva rilevato tracce di microplastica.
Nel maggio 2024 un team di ricercatori ha pubblicato un articolo (attualmente ancora in fase di peer review) dichiarando come la concentrazione di microplastiche sia aumentata di circa il 50% rispetto allo ricerca precedente.
Inoltre la loro concentrazione nel cervello è dalle 7 alle 30 volte superiore a quelle osservate nel fegato e nei reni.
I potenziali effetti di questo polimero nel cervello sono ancora al vaglio dei ricercatori, che tuttavia esprimono preoccupazione ipotizzando una correlazione tra i contaminanti nanoplastici anionici e malattie come Parkinson e Alzheimer.
Umor vitreo oculare contaminato da plastica
Il paper pubblicato su Science Direct nell’aprile del 2024 rivela la presenza di microplastiche negli occhi umani.
I risultati fanno seguito alla raccolta di 49 campioni di umore vitreo da 2 centri medici, che hanno utilizzato due differenti tecniche di analisi per identificare e quantificare i tipi specifici di plastica rinvenuta.
Sono stati scansionate un totale di 1745 particelle plastiche, la maggior parte aveva diametro inferiore a 50 μm di composizione PS, PVC e PA66.
Conseguenze microplastiche sulla salute
Anche se il sospetto che le microplastiche nel corpo umano siano dannose è molto forte, a oggi non ci sono ancora dati chiari sull’argomento.
I ricercatori che si occupano di studiare gli animali hanno messo in relazione la presenza di plastica nel sangue a infiammazioni, insorgenza di cancro e problemi di infertilità.
Altri ritengono che la plastica rappresenti un potente interferente endocrino, capace di alterare la funzionalità dell’organismo e, nei casi più gravi, di sfociare in malattie degenerative.
I polimeri sintetici sono infatti costituiti da diverse sostanze chimiche e additivi che possono essere altamente tossici se entrano in contatto con l’organismo. Sono ancora poche le ricerche effettuate fino a oggi, con test di laboratorio che mostrano come la conseguenza microplastiche nelle cellule siano diverse reazioni allergiche.
Gli studi sulle microplastiche nel corpo umano
Al momento, l’American Chemical Council ha dato il via a un programma di ricerca sulle microplastiche nel corpo umano, per comprenderne i pericoli e valutare il rischio dell’esposizione a questi interferenti endocrini.
Diverse teorie le ritengono infatti responsabili di aggravare asma, bronconeuropatie e provare cancro o infiammazioni croniche. C’è anche chi ritiene che la plastica si accumuli nel corpo senza avere alcun effetto reale sulla salute.
Qualunque sia il risultato delle ricerche, è evidente che non è più possibile tollerare la presenza di questi inquinanti. Le conseguenze microplastiche, oltre che disastrose per gli ecosistemi, potrebbero infatti rivelarsi altrettanto dannose anche per la salute umana.