L’economia circolare, una soluzione per un mondo più green?

L’economia circolare è un modello sostenibile che, alla produzione di beni e servizi per la popolazione, affianca la tutela dell’ambiente e delle risorse del pianeta.

Si tratta di una strategia che tiene conto dell’intero ciclo di vita di un prodotto e che, a lungo termine, risulta più vantaggiosa rispetto all’economia lineare.

Vediamo di che cosa si tratta e se può essere applicata a materiali come la plastica monouso.

Economia circolare vs. economia lineare

Nel quadro dei piani di sviluppo dei Governi, l’economia circolare ha assunto un ruolo primario, poiché rappresenta un importante strumento per promuovere la sostenibilità.

Che cos’è l’economia lineare

Fino a oggi, infatti, è stata l’economia lineare ad avere il sopravvento. Un modello a senso unico in cui, alle fasi di produzione e consumo, si sussegue quella di smaltimento, attraverso la quale i beni arrivano a “fine vita”.

Questo comporta l’accumulo di tonnellate di rifiuti, difficilmente riciclabili e causa di un rapido degrado ambientale.

Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, ogni anno negli stati membri dell’UE si consumano circa 15 tonnellate di materiali per persona e 4,5 tonnellate di rifiuti.

Di questi, solo la metà è smaltita nelle discariche, mentre il resto viene disperso nell’ambiente.

È il caso della plastica monouso, che si trova abbandonata nei mari e in tanti altri ecosistemi naturali.

L’aumento della popolazione (che nel 2050 raggiungerà i 9 miliardi) con il conseguente incremento nella produzione di cibo, beni di consumo e la costruzione di nuove infrastrutture, non farà altro che alimentare la domanda di risorse.

Oltre ad accorciare sempre di più la data dell’Overshoot day, l’economia lineare causerà un degrado ambientale sempre più critico.

Il passaggio a un’economia circolare è quindi l’unico modo per invertire la tendenza a favore della sostenibilità.

Economia Lineare

Che cos’è l’economia circolare

Riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare prodotti e materiali già esistenti è alla base dell’economia circolare.

Ogni nuovo elemento immesso sul mercato deve infatti essere pensato in tutto il suo ciclo di vita, smaltimento compreso. In questo modo, invece di diventare un rifiuto, potrà essere una delle tante risorse che alimentano l’economia circolare.

I primi attori del cambiamento dovranno essere le imprese, a cui va il compito di riprogettare tutta la catena produttiva, puntando all’efficientamento delle risorse.

Il primo passo è quello di abbandonare i prodotti dal breve ciclo di vita e, in generale, quelli monouso.

Si passa poi a una logica di riparazione, rielaborazione e ricostruzione, per dare una seconda vita alle componenti con cui si fabbricano imballaggi, elettrodomestici e tanti altri prodotti.

Come rendere concreta l’economia circolare?

Il sostegno di istituzioni e governi, a livello locale e nazionale, è indispensabile per rendere efficace l’economia circolare.

La sua attuazione è anche normata all’interno del 8° Programma di azione per l’ambiente dell’UE dove si legge:

“Progredire verso un’economia del benessere che restituisca al pianeta più di quanto prenda, e accelerare la transizione a un’economia circolare priva di sostanze tossiche, in cui la crescita è rigenerativa, le risorse sono utilizzate in modo efficiente e sostenibile e in cui è applicata la gerarchia dei rifiuti”

La Commissione Europea si è già mossa:

  • definendo una gerarchia dei rifiuti e dando priorità al loro riciclo e riduzione;
  • istituendo una politica contro le sostanze chimiche più dannose per l’ambiente e la popolazione;
  • stanziando fondi per appalti pubblici green e per la progettazione di beni ecocompatibili.

Inoltre, sta predisponendo nuove agevolazioni su ricerche e processi di innovazione nei settori chiave dell’economia europea. Lo scopo è di aumentare la produttività di tutte le risorse del 30% entro il 2030.

I benefici del ciclo di vita lungo

Il Dossier sull’Economia Circolare della Commissione Europea sostiene che la progettazione sostenibile e il riuso di ciò che oggi è considerato rifiuto, porterà notevoli risparmi alle aziende.

Si parla dell’8% del fatturato annuo, sommato a una riduzione fino al 4% delle emissioni totali di CO2.

In questo senso, prodotti già banditi dagli scaffali dei supermercati come la plastica monouso, subirebbero un’importante battuta d’arresto. Oltre ai provvedimenti su grande scala, nel piccolo della vita domestica è possibile compiere scelte consapevoli per favorire l’economia circolare.

Smettere di acquistare acqua in bottigliette di plastica e utilizzare quella purificata del rubinetto (sia per cucinare che da bere) darebbe un notevole aiuto all’ambiente.

Si risparmierebbero tonnellate di plastica monouso e molte aziende attuerebbero pratiche ambientali più consapevoli e circolari.