La plastica i suoi consumi e le possibili soluzioni

La plastica è un’invenzione relativamente recente.

Questi polimeri artificiali hanno cambiato notevolmente il modo di vivere dell’uomo, aprendo l’epoca moderna.

Ormai la maggior parte dei prodotti di uso quotidiano sono in plastica.

La si può trovare davvero ovunque ed è diventata una materia preponderante, sia nella produzione di oggetti, sia nel consumo abituale di ognuno di noi.

Purtroppo smaltire questo materiale non è molto facile e sfortunatamente ci sono addirittura delle plastiche che non sono riciclabili, causando non pochi danni all’ambiente.

Storia delle materie plastiche

La storia della plastica inizia con l’inglese Alexander Parkes, inventore della plastica, che nel 1861 sviluppa degli studi sul nitrato di cellulosa brevettando così il primo materiale semi sintetico, a cui dà il nome di parkesine (poi conosciuto come xylonite).

Pochi anni dopo i fratelli americani Hyatt inventano la celluloide con l’obbiettivo di sostituire l’avorio, materiale raro e costoso.

Questo materiale ha però il difetto di essere facilmente infiammabile, il problema viene risolto nel Novecento con lo sviluppo dell’acetato di cellulosa, materiale meno infiammabile.

Successivamente nasceranno diversi tipi di plastica come la Bakelite (brevettata nel 1910 da Leo Baekeland) e il polivinilcloruro (PVC) scoperta nel 1912 dal chimico tedesco Fritz Klatte e che solo molti anni dopo verrà usata in larga scala.

Il Novecento viene considerato il secolo della plastica quando il suo utilizzo aumenta esponenzialmente.

Dagli anni ’60 in poi la plastica si afferma come materiale di uso quotidiano anche nell’ambito della moda, design e arte.

Nel grafico qui sotto possiamo vedere come è aumentata, nel corso degli anni, la produzione delle materie plastiche. Se la crescita rimarrà stabile si prevede che nel 2050 l’aumento sarà del 70%.

produzione plastica

Cos’è la plastica i suoi utilizzi

La plastica è un materiale artificiale costituito da macromolecole (cioè molecole ad alto peso molecolare) chiamati polimeri, possono essere puri o miscelati con additivi vari. Viene realizzata principalmente con petrolio, carbone e gas naturali.

Le sue caratteristiche principali sono:

  • Leggerezza
  • Versatilità
  • Resistenza all’azione del tempo
  • Ottimo isolante termico, acustico ed elettrico.

Questo materiale viene utilizzato nell’industria, nei trasporti e negli imballaggi.

È un materiale talmente versatile che si pone per qualsiasi tipo di utilizzo e lo troviamo ovunque nella nostra quotidianità.

Inquinamento da plastica

Fra le caratteristiche delle materie plastiche abbiamo visto che sono molto resistenti all’azione del tempo ma anche agli agenti atmosferici.

È proprio questa caratteristica che rende questo materiale fortemente inquinante e dannoso per l’ambiente.

La plastica infatti, se dispersa nell’ambiente, ci mette molti anni a deteriorarsi e non si degrada completamente, soprattutto in acqua, formando le così dette microplastiche.

Inquinamento acqua

Le materie plastiche sono la causa maggiore di inquinamento dei mari, che impattano negativamente sull’ecosistema di pesci, tartarughe e uccelli marini.

Essa causa la morte per intrappolamento e ingestione.

Nel 2019 è stata trovata, in sardegna, una femmina incinta di capodoglio morta.

Nel suo stomaco sono stati trovati, insieme al piccolo di balena morto, quasi 23 chili di plastica.

Si capisce quindi che la situazione è ecologicamente disastrosa.

Anche le aree lontane dai porti e dall’azione umana, un tempo incontaminate, sono inquinate.

Trascinati dalla corrente, questi rifiuti plastici, si concentrato in alcune zone creando le così dette “isole di plastica”.

Ormai si contano almeno 6 di queste isole di rifiuti sparse in tutto il mondo.

I pesci mangiano la plastica
La situazione in Italia

Il nostro Paese si trova oggi a essere il secondo al mondo per consumo di acqua in bottiglie usa e getta ed il primo consumatore in Europa.

É fondamentale riciclare in maniera corretta questo materiale, purtroppo però non è una soluzione sufficiente.

Infatti è fondamentale ridurre drasticamente il consumo di materiale plastico, sia da parte delle anziende sia nell’utilizzo quotidiano nelle nostre case.

Il mare nostrum è invaso da materie plastiche

L’istituto di Scienze Marine del CNR di Genova, insieme all’Università Politecnico delle Marche e a Greenpeace hanno analizzato il mar Mediterraneo.

Lo scopo è stato fornire una campionatura delle acque più soggette all’azione antropica.

Dalle analisi ottenute, si rilevano dei dati alquanto allarmanti.

I valori delle microplastiche presenti nelle zone sottoposte all’opera dell’uomo sono di circa 3,56 frammenti per metro cubo.

Anche in zone più lontane, ipoteticamente meno soggette all’inquinamento, i valori registrati risultano essere di 2,2 frammenti per metro cubo.

Per capire quanto il mare nostrum sua inquinato si può immaginare di riempire una piscina olimpionica con l’acqua delle Isole Tremiti.

Nonostante la lontananza da sorgenti inquinanti, se si facesse un bagno in questa piscina si nuoterebbe in mezzo a circa 5.500 pezzi di plastica.

Riciclaggio della plastica

Nel rapporto 2020 pubblicato da Ispra si nota come il 63% degli imballaggi plastici è destinato all’uso domestico, solo il 37% all’industria e al commercio.

C’è stato un aumento nel recupero dei rifiuti plastici (per un totale del 45,5%) anche se l’obbiettivo dell’Unione Europea per il 2025 di riciclare il 50% degli imballaggi è ancora lontano.

Putroppo però si osserva anche che la fabbricazione degli imballaggi plastici in Italia sia aumentata invece che diminuire.

Soluzioni possibili per un mondo senza plastica

Per ridurre il consumo e la produzione di plastica, si sta cercando di adottare diverse misure.

L’Italia è stata la prima in Europa a introdurre disposizioni per ridurre l’impatto ambientale dovuto ai sacchetti per la spesa in plastica, vietandone l’utilizzo, favorendo i sacchetti biodegradabili.

Nel gennaio del 2022, dopo vari rinvii, è entrata in vigore la direttiva UE che prevede il divieto della plastica monouso, come le stoviglie usa e getta e le cannucce.

Partire da piccoli gesti quotidiani

Se si desidera davvero aiutare il pianeta e il nostro mare, si può cominciare dai piccoli gesti quotidiani.

  • Privilegiare prodotti che non abbiano imballaggi di plastica;
  • Preferire i detersivi distribuiti alla spina o le ricariche, in modo da utilizzare sempre lo stesso contenitore;
  • Comprare frutta e verdura sfusa;
  • Utilizzare delle buste di tela quando si va al supermercato;
  • Evitare di acquistare acqua in bottiglia, magari installando un purificatore di acqua nella propria abitazione.

Una soluzione per aiutare le nostre città e il nostro pianeta è possibile.

Bisogna agire fin da subito per affrontare il problema delle plastiche, riducendo il consumo.

L’uso della plastica oggi

Grazie alle molte campagne di sensibilizzazione all’uso dei materiali plastici è aumentata l’attenzione a questa problematica.

Il consumo della plastica però è ancora elevato anche se vi è maggiore cautela alla raccolta differenziata.

Dal “Rapporto rifiuti urbani edizione 2021” svolto da ISPRA, si nota come “la plastica è la frazione merceologica che presenta la maggior crescita dei quantitativi raccolti, pari al 4 ,4%, con un quantitativo complessivamente intercettato pari a quasi 1,6 milioni di tonnellate.”

I rifiuti plastici sono ancora molto elevati ma fortunatamente è aumentato anche il loro riciclo, infatti secondo CONAI il 73% dei packaging immessi sul mercato è stato avviato al riciclo.

Molte sono le direttive in fase di approvazione per ridurre il consumo della plastica e implementarne il riciclo, decisioni fondamentali per un futuro più sostenibile.

Bambina in una montagna di plastica