Inquinamento da plastica

L’ONU ha definito l’inquinamento da plastica il più pericoloso in assoluto.

Gli effetti sono in grado di causare danni irreversibili al pianeta, con conseguenze alla salute dell’uomo.

In questo articolo si scopriranno le conseguenze dell’inquinamento materiale plastico e cosa è possibile fare per combatterlo.

Responsabili dell’inquinamento della plastica

Il tema inquinamento è un argomento attuale che non possiamo più trascurare, la responsabilità è di ognuno di noi

Uno dei principali problemi da risolvere ricade sulle comunità locali e sui i governi, che non riescono a organizzare la raccolta differenziata dei rifiuti.

Le popolazioni gestiscono malissimo il 28% del materiale di scarto.

Sono soprattutto le aziende che inquinano maggiormente.

Ogni anno dalle industrie vengono scaricati nel Mediterraneo quasi 40 milioni di materie plastiche, insieme ad altre sostanze inquinanti dell’acqua.

Le imprese non investono nella gestione dei rifiuti che producono e utilizzano esclusivamente plastica vergine, perché il processo produttivo costa meno.

La responsabilità ricade anche sui turisti e sulla cittadinanza.

Nel bacino del mar Mediterraneo, in paesi come l’Italia, la Francia e la Turchia, vengono lasciati, da residenti e turisti, circa 24 milioni di tonnellate di plastica nel mare, senza che la raccolta differenziata venga svolta correttamente.

Inquinamento da plastica sulle spiagge

 

Plastica e ambiente, le conseguenze dell’inquinamento

Ridurre i rifiuti nell’ambiente è fondamentale, se si vuole preservare la vita degli ecosistemi e diminuire l’inquinamento.

L’inquinamento mari è dannoso sia per l’uomo, sia per la fauna selvatica.

Ogni giorno migliaia di esemplari di tartarughe marine, uccelli e altri animali che vivono negli oceano, soffocano a causa dei sacchetti di plastica.

Per non parlare di quando gli organismi marini restano imprigionati delle attrezzature da pesca abbandonate.

Inoltre le microplastiche, prodotte dal deterioramento dei manufatti, entrano nella catena alimentare.

Nel cibo di cui ci nutriamo si trovano tracce delle microplastiche, ormai presenti in quasi tutti i pesci, nelle cozze e nei granchi.

I tipi di plastica maggiormente inquinanti

Qual è la plastica che genera più inquinamento

Il nostro ecosistema è inquinato, ma quali sono i materiali plastici che inquinano di più?

Varie ricerche hanno scoperto che sono i sacchetti in polietilene (le classiche buste della spesa), che provocano maggiori danni all’ambiente.

Di seguito vengono le bottiglie di plastica.

Sacchetti e bottiglie rimangono nell’ecosistema per centinaia di anni.

Per la loro decomposizione occorrono secoli, lo afferma una ricerca dell’Università di Plymouth (Uk).

Ci sono tuttavia differenti tipi di materie plastiche, ognuna si decompone in modalità differenti impiegando tempi diversi.

Un sacchetto della spesa ha un utilizzo medio di circa 12 minuti e impiega 500 anni per disintegrarsi completamente.

Se finisce riversato in mare può essere ingerito da una tartaruga, che lo scambia facilmente per una medusa.

Il consiglio è di recarsi a fare la spesa portando con sé sacchetti, o di stoffa, o di tela riutilizzabili.

Ci si può anche servire di buste biodegradabili.

Inquinamento da plastica microplastiche

Effetti dell’inquinamento da plastica sull’organismo

L’Università di Newcastle, in Australia, ha effettuato uno studio a proposito della capacità dell’organismo umano di assimilare le microplastiche.

La ricerca rileva che una persona potrebbe ingerire mediamente una media di 5 grammi di plastica alla settimana.

Lo studio si propone di scoprire quali possono essere le conseguenze di questa assimilazione di materiale plastico per la salute.

Il tema inquinamento dovuto a materiali plastici ha delle ripercussioni anche sulla nostra alimentazione; infatti attraverso cibi solidi e liquidi, ne assumiamo ogni anno circa 250 grammi.

Le particelle plastiche arrivano all’interno del nostro corpo mediante l’acqua del rubinetto e quella nelle bottiglie di plastica; il sale e la birra risultano essere gli alimenti più contaminati dalle microplastiche.

Ma quali sono le conseguenze per la nostra salute? A oggi non c’è una ricerca scientifica in grado di dare una risposta certa; l’unica cosa che sappiamo è che, una volta ingerite, le microplastiche non possono più essere rimosse dall’organismo.

Quello che resta da fare è ridimensionare la presenza della prodotti plastici dispersi nell’ambiente.

Come ridurre l’inquinamento

Il tempo per rimediare all’inquinamento da rifiuti sta per scadere; bisogna intervenire subito, anche cambiando le abitudini di ciascuno, per esempio sperimentando nuovi materiali biodegradabili, come la plastica naturale prodotta con alghe, patate e mais.

Quali sono le regole che bisogna seguire per correre ai ripari? Ecco alcuni consigli diretti non solo ai governi, alle comunità e alle amministrazioni locali ma anche ai singoli cittadini:

Utilizzare prodotti platic free

Sono da bandire cannucce, buste, piatti, posate e bicchieri di plastica.

Sono sostituibili con prodotti che svolgono le stesse funzioni, ma fabbricati con materiali alternativi come il vetro o il ferro;

Incrementare le tasse sulle materie plastiche che inquinano maggiormente

Per produrre imateriali plastici viene utilizzato il petrolio.

La plastica naturale o riciclata dovrebbe essere più vantaggiosa rispetto a quella fossile;

Ridurre drasticamente il deflusso delle plastiche negli oceani

Nel mare finiscono cotton fioc, mozziconi di sigaretta, attrezzature da pesca, pneumatici, residui plastici di abbigliamento in pile.

L’invito è quello di fare attenzione, evitando di abbandonare i rifiuti. Dovremmo tutti impegnarci in prima persona per pulire l’ambiente, magari raccogliendo i rifiuti in spiaggia e riciclandoli.