Ebollizione globale, l’allarme Onu sul cambiamento climatico

Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite lancia l’allarme: la terra non sta più vivendo una fase di riscaldamento globale, bensì di ebollizione globale.

La crisi climatica non può più essere negata e servono interventi rapidi ed efficaci per limitare l’inquinamento e le emissioni dovute ai combustibili fossili.

Il futuro dell’umanità è in gioco: chi si muoverà per primo?

Ebollizione globale, una triste realtà

Sono di poche settimane fa le parole di António Guterres, segretario generale dell’Onu, che per la prima volta ha definito la crisi climatica con un nuovo epiteto.

Secondo lui, infatti, il pianeta ha superato la fase di “riscaldamento” e si trova ora in piena ebollizione globale. D’altronde, il mese di luglio 2023 è stato il più caldo mai registrato da quando, nel 1940, vengono annotati i dati completi sulle temperature mondiali.

A dirlo, la WMO (World Meteorological Organization) e l’osservatorio Ue Copernicus, come riportato dall’agenzia di stampa italiana AGI.

Nonostante non esistano dati certi sulle temperature di un secolo fa, grazie allo studio degli anelli dei tronchi degli alberi e dei fossili, i paleoclimatologi possono stimare la calura in diverse ere geologiche.

Dai loro studi sembra proprio che non si siano mai raggiunti questi livelli di caldo da migliaia di anni. Il Copernicus Climate Service azzarda addirittura un lasso di tempo di 100mila anni.

Riscaldamento globale, l’effetto delle attività umane

Ma chi è il colpevole della crisi climatica in corso? Naturalmente il merito è delle attività umane che, attraverso emissioni legate a combustibili fossili, da decenni immettono nell’aria livelli spaventosi di anidride carbonica.

A essere sotto accusa, in particolare, è il carbone. Invece di calare, i suoi consumi hanno toccato il record storico l’anno scorso e sono in crescita anche in questo 2023.

Utilizzato per produrre elettricità e a livello industriale, la sua combustione è però legata a un’ingente produzione di CO2 che si traduce in inquinamento atmosferico.

Solo nel 2022 si è registrato un +3,3% di consumi di energia da combustibili fossili, per un totale di 8,3 miliardi di tonnellate. Le rivelazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia contengono anche previsioni per niente positive sull’anno in corso, dove l’incremento sarà ancora netto.

Infatti, se nel vecchio continente si stanno mettendo in atto numerosi sforzi per ridurre le emissioni, l’Asia le sta compensando a causa di un massiccio sfruttamento del carbone per produrre energia, specialmente per scopi industriali.

L'obiettivo è raggiungere la neutralità climatica

Ebollizione globale, un’anticipazione del futuro

I leader mondiali parlano di grave crisi esistenziale, mentre il segretario generale della World Meteorological Organization, Petteri Taalas, sostiene che le catastrofi naturali dell’ultimo mese sono solamente un trailer di ciò che attende l’umanità nell’immediato futuro.

A questo proposito, da New York, Guterres ha lanciato un appello a tutte le istituzioni per interventi concreti e rapidi per bloccare la crisi climatica. “È un disastro per tutto il pianeta”, ha affermato il segretario dell’Onu, “Il cambiamento climatico è qui. È terrificante. Ed è solo l’inizio”.

Nonostante gli effetti dello sfruttamento delle risorse naturali da parte dell’uomo siano noti da tempo, a stupire gli scienziati oggi è la velocità con cui il riscaldamento globale sta avanzando.

“Le conseguenze sono evidenti e tragiche. Persone travolte da piogge monsoniche, famiglie in fuga dalle fiamme, lavoratori che svengono per il caldo torrido”, continua Guterres.

Per ispirare i leader e incitare a una soluzione concreta del problema, il 20 settembre le Nazioni Unite ospiteranno nel loro quartier generale di New York il Climate Ambition Summit. Un evento dove le economie leader dovranno impegnarsi a raggiungere la neutralità climatica entro il 2040, mentre i Paesi emergenti avranno tempo fino al 2050.

Riscaldamento globale: come non farsi prendere dall’ecoansia

Anche se le sorti del pianeta non sono in mano a un singolo cittadino, sicuramente non è il momento di lasciarsi sopraffare dall’ecoansia.

Ognuno infatti, nel proprio piccolo, può contribuire giorno dopo giorno a un’azione concreta per la salvaguardia dell’ambiente. A cominciare dai bambini che, grazie a progetti di sensibilizzazione come quelli realizzati dall’associazione Liberi dalla Plastica, possono crescere consapevoli di quanto l’eliminazione delle bottigliette in PET sia positiva per la loro salute e per quella del pianeta.

Oppure le aziende che, aderendo a progetti green, possono farsi portavoce di una cultura sostenibile. Per esempio permettendo ai dipendenti di ricevere gratuitamente dall’associazione di promozione sociale un filtro per il rubinetto, consumando la sua acqua all’interno di comode borracce riutilizzabili.

La strada è lunga e difficile, ma modificando la routine quotidiana e stando attenti ai propri consumi, tutti i cittadini possono fare la loro parte per mettere un freno all’ebollizione globale.

L'aumento delle temperature ha degli effetti negativi sugli ecosistemi