La COP 28, Conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023, si è svolta dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
La riunione tra i 27 Stati membri ha portato a una dichiarazione senza precedenti nella storia dell’economia moderna: il progressivo allontanamento dai combustibili fossili in favore dell’impiego di energie rinnovabili.
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COP28, che cos’è la Conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
Un momento di incontro e scambio, per prendere decisioni che possono impattare in modo positivo sul futuro del pianeta.
La 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha portato a Dubai i vertici di 27 Paesi per due settimane di intense discussioni sulla sostenibilità e i mezzi concreti per contenere la crisi climatica e invertire la rotta.
Riunendosi, ogni stato aggiunge un tassello per il raggiungimento degli obiettivi climatici a livello globale, discutendo di finanziamenti e strumenti da mettere in campo.
Dal 30 novembre al 12 dicembre i temi trattati dalla COP28 sono stati principalmente:
- Bilancio globale – cosa è stato fatto fino a oggi
- Mitigazione – come ridurre le emissioni e contenere l’aumento globale di temperatura
- Adattamento – in che modo rispondere all’impatto dei cambiamenti climatici
- Finanziamenti e fondo per perdite e danni – destinati ai Paesi più vulnerabili
Gli obiettivi della Conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
Questa “riunione” è una grande opportunità per fare il punto della situazione e permettere al mondo di comprendere se stia effettivamente seguendo delle traiettorie sostenibili, compatibili con gli obiettivi climatici.
La COP28 è stata un banco di prova per verificare i progressi raggiunti con l’accordo di Parigi, che impone a livello globale di ridurre l’aumento della temperatura entro la soglia di 1,5 gradi.
Se l’Unione Europea, con le sue normative climatiche stringenti è riuscita a contenere le emissioni globali del 32,5% rispetto al 1990, purtroppo si tratta di uno sforzo che, da solo, non può fare la differenza.
Infatti, la produzione di CO2 del vecchio continente pesa solo per il 7% sul totale di emissioni globali di gas responsabili dell’effetto serra.
Lotta contro il cambiamento climatico, il documento finale della COP28
Dopo 13 giorni di intense discussioni, il documento finale della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha messo nero su bianco per la prima volta che i combustibili fossili sono la prima causa del riscaldamento globale.
L’obiettivo primario degli stati membri, dunque, sarà quello di dare un taglio alle emissioni climalteranti, diminuendo la dipendenza da fonti non rinnovabili che oggi soddisfano l’80% del fabbisogno energetico globale.
La transizione ecologica dovrà quindi avere un nuovo impulso, per permettere l’adozione su larga scala di fonti di energia rinnovabile e pulita.
Bilancio globale: il debito climatico del Global stocktake
Nel documento riepilogativo dei passi compiuti dagli Stati membri, detto Global stocktake, che viene compilato ogni cinque anni, il bilancio finale non è positivo.
Infatti i Paesi sono ben lontani dal raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi ed entro il 2028 dovranno dimostrare di avere intrapreso nuove iniziative determinanti per la riduzione della crisi climatica.
Gli obiettivi sono chiari: tagliare le emissioni climalteranti rispetto a quelle del 2019 del 43% entro il 2030 e del 65% entro il 2035, in modo da rientrare nell’obiettivo del contenimento del surriscaldamento globale a 1,5°C. La lotta contro il cambiamento climatico è quindi ancora lunga e tortuosa.
Mitigazione: l’allontanamento dalle fonti fossili
In termini di mitigazione, ovvero del contenimento dei danni agli ecosistemi mondiali, la COP28 ha dichiarato che è necessario un allontanamento dalle fonti energetiche fossili, da applicare in modo progressivo entro il 2030, per arrivare alla neutralità climatica nel 2050.
Per farlo, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici impone di triplicare la produzione da fonti rinnovabili con l’obiettivo di raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2023. Questo si traduce nell’abbandono del carbone, nella riduzione dell’impiego del metano e del trasporto su strada.
Il documento finale della COP28 insiste sul fermare la deforestazione e il degrado degli ecosistemi naturali entro il 2030. Riconosce infatti il ruolo di questi polmoni naturali nel mantenimento del benessere umano e nel contenimento delle emissioni di gas serra.
L’adattamento: come rispondere agli impatti dei cambiamenti
Sul tema dell’adattamento è emersa una situazione migliore rispetto al passato, anche se in tema di sussidi e finanziamenti c’è ancora molto da fare.
Il documento finale della COP28 impone infatti a ogni Stato membro di stilare una valutazione interna sui rischi legati al clima entro il 20230, per determinare la propria vulnerabilità.
Inoltre, nell’arco di dieci anni, dovranno essere predisposti finanziamenti per implementare le strategie green, sia internamente che a sostegno delle aree più deboli e meno sviluppate del mondo.
Tutte le decisioni prese in questo senso dovranno integrare diversi settori economici e industriali, coinvolgendo attivamente anche i cittadini.
Finanziamenti: il fondo perdite e danni della COP28
Tra i successi della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 c’è il rapido avvio del “fondo perdite e danni” i cui proventi saranno devoluti ai Paesi che subiscono danni ambientali a causa del cambiamento climatico.
Al momento sono stati versati 655,9 milioni di dollari e l’Italia si è detta intenzionata a donare 100 milioni di euro.
Diversa la situazione del Green climate fund, un fondo che dovrebbe coprire tutte le attività legate alla mitigazione e all’adattamento con un plafond di 100 miliardi di dollari, a oggi neanche lontanamente versati.
Anche se si raggiungesse la soglia, la COP28 ha dichiarato che, per mettere in campo azioni risolutive, sarebbe necessario investire a livello globale 4700 miliardi di dollari all’anno.
Le conclusioni Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
La lotta al cambiamento climatico è un tema cruciale e grazie a eventi come la COP28 il mondo si sta impegnando a mettere in campo azioni concrete.
Nonostante anche quest’anno la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici non sia stata risolutiva, il suo peso e la risonanza globale sono importanti per mantenere viva la discussione sulla sostenibilità.
Inoltre, grazie a strumenti più puntuali, ha dato un nuovo impulso alle politiche di transizione energetica, ricordando a tutti l’obiettivo dell’accordo di Parigi. Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 è un obiettivo raggiungibile o si tratta di una mera utopia?