Cinque azioni per riqualificare i mari entro il 2050
Che cosa fareste se vi dicessimo che è possibile riqualificare i mari e che l’inquinamento non è un processo irreversibile?
E che il ripopolamento di flora e fauna sottomarina potrebbero essere ripristinati con 30 anni di buone azioni?
I mari possono tornare a essere prosperosi e puliti come un tempo. Secondo gli scienziati bastano 30 anni.
Nonostante decenni di inquinamento plastico, pesca incontrollata e distruzione delle coste abbiano inflitto seri danni all’ecosistema marino, c’è ancora speranza.
Ridurre l’inquinamento è possibile e c’è bisogno del contributo di tutti.
Riqualificare i mari e ridurre l’inquinamento
Una generazione ci separa dalla possibilità di godere di un tuffo in acque cristalline senza essere circondati da rifiuti plastici e bottigliette galleggianti.
Oppure di tornare ad avvistare le balene, i giganti del mare, fare capolino in mezzo alle onde.
La speranza arriva da uno studio scientifico citato tra le pagine del Guardian.
Sembrerebbe infatti che, grazie alle azioni intraprese a livello globale per preservare la vita nei mari e ridurre l’inquinamento, numerose specie a rischio di estinzione stiano ripopolando gli oceani.
Dalle megattere australiane, agli elefanti marini americani, fino alle tartarughe marine verdi giapponesi.
La vita, ancora una volta, ci dimostra che vuole farcela e che c’è ancora speranza.
Tutela delle acque per riqualificare i mari: ecco le azioni concrete
Come fare quindi, a facilitare la rinascita degli ambienti marini? A livello globale sarà necessario incentivare la pesca sostenibile, mettere in atto interventi di protezione delle coste ed eliminare l’inquinamento plastico.
Si tratta di un impegno notevole a livello internazionale, sia in termini economici che organizzativi.
Ma gli scienziati assicurano: permetterà alle future generazioni di godere nuovamente di un pianeta in salute.
Nel concreto, quindi, quali sono le azioni concrete da mettere in atto?
1. Aumentare l’ampiezza delle aree marine protette
Nei primi anni 2000 solo lo 0,9% dei mari era considerato area protetta.
Oggi, siamo arrivati al 7,68% che equivale a 27.8 mln di chilometri quadrati di superfice complessiva.
La comunità scientifica è concorde che l’obiettivo ideale è quello di riconoscere almeno il 30% degli oceani come area marina protetta entro il 2030.
In questo modo si impediranno azioni di overfishing, prevenendo la distruzione dei fondali marini e la scomparsa di specie in via di estinzione come lamantino e megattera.
2. Ridurre le emissioni di CO2 per la tutela delle acque
L’acidificazione dei mari è un altro problema molto importante che deriva dall’assorbimento dell’anidride carbonica.
Questo fenomeno comporta a un continuo aumento dell’acidità delle acque e deriva dalle emissioni di CO2, il cui 25% viene incanalato direttamente nel grande blu.
Un fenomeno, questo, che porta alla riduzione di minerali come il carbonato di calcio, fondamentale per la sopravvivenza degli organismi marini.
Ridurre le emissioni di anidride carbonica nelle città, incentivando la mobilità sostenibile, è il primo passo per combattere l’acidificazione dei mari.
3. Promuovere la pesca sostenibile
L‘overfishing, che consiste nella pesca incontrollata o sovrapesca, sta provocando tanti danni quanto l’inquinamento. Per questo è importante fare attenzione alla propria dieta ed effettuare una spesa consapevole.
Tutti possono dare il proprio contributo quotidiano semplicemente verificando la provenienza del pesce prima di procedere all’acquisto.
Per esempio, è possibile scoprire se è stato catturato e allevato in modo sostenibile.
Esistono anche delle app come Seafood Watch con cui trovare ristoranti e supermercati che vendono prodotti sostenibili per gli oceani.
4. Riqualificare i mari ripulendo le isole di plastica in tutto il mondo
La più alta concentrazione di inquinanti plastici galleggia nelle acque degli oceani.
Le garbage patch sono delle vere e proprie isole di rifiuti dove si accumulano in superficie oggetti esausti come bottigliette in PET, mascherine, guanti e altre sostanze nocive.
Per ridurre l’inquinamento è quindi necessario ripulire queste aree con interventi mirati.
Molte organizzazioni sono già al lavoro per questo.
Supportarle con donazioni e condividere le loro iniziative farà in modo che possano operare in modo più efficiente.
5. Tutelare l’ambiente eliminando il consumo di bottigliette in PET
Le bottigliette di plastica rappresentano uno degli inquinanti più diffusi nei mari di tutto il mondo.
Galleggiando sul pelo dell’acqua ed esposte alle intemperie, si degradano lentamente rilasciando in acqua pericolosissime microplastiche.
Ridurre il consumo di bottigliette in PET a favore di borracce riutilizzabili è ideale per evitare che tonnellate di rifiuti vengano immessi nell’ambiente.
L’associazione Liberi dalla Plastica aps è attiva con numerosi progetti che coinvolgono Comuni, scuole e aziende per rendere le città italiane più green.
Qui ci sono un pò di informazioni utili.
Uno stile di vita sostenibile
Oltre all’eliminazione del consumo delle bottiglie in PET è necessario adottare uno stile di vita più sostenibile per impattare meno sul nostro pianeta.
Ecco alcune regole per contribuire alla riqualificazione dei mari:
Non lasciare traccia del proprio passaggio
Non abbandonare rifiuti in spiaggia e lasciare pulito dopo il passaggio è fondamentale per la tutela dell’ambiente.
È buona abitudine anche raccogliere i rifiuti che si trovano a terra smaltendoli in maniera corretta, mantenendo pulito il territorio.
Secondo Legambiente in Italia, ogni 100 metri di spiaggia, ci sono 738 rifiuti. La maggior parte sono di plastica, destinati a finire in mare e negli oceani.
Tenersi informati sulla salvaguardia dei mari e degli oceani
Essere informati sull’ambiente e sulle condizioni degli ecosistemi è importante per capire come sta evolvendo la situazione, vedere i miglioramenti, i traguardi raggiunti e dove bisogna agire ulteriormente.
Seguendo i canali social di Liberi dalla Plastica è possibile scoprire le ultime novità sulle tematiche ambientali, trovando consigli sempre nuovi su come partecipare attivamente alla riduzione dell’inquinamento.