Alkipaper, il nuovo materiale che sostituisce la plastica

Sul mercato si trovano sempre più alternative alla plastica. Tra queste c’è Alkipaper, un materiale ideato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile che nasce da un processo di economia circolare, direttamente dai residui di produzione industriale cartotecnica.

Grazie a questa nuova green technology sviluppata dalla multinazionale Novacart SpA in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, saranno risparmiate all’ambiente tonnellate di polimeri di origine fossile. Vediamo perché.

Una startup italiana ha creato un nuovo materiale

Si chiama Alkivio Ssrl Società Benefit ed è una startup che ha creato delle alternative alla plastica grazie a un processo di economia circolare.

La società benefit nasce dal laboratorio installato dal gruppo di ricerca Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia presso Novacart, azienda specializzata in forme di cottura di carta per il settore alimentare.

Grazie a un investimento di circa 2 milioni di euro del gruppo Novacart, IIT e la multinazionale hanno lanciato sul mercato un nuovo materiale ideato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile.

Si chiama Alkipaper ed è ricavato dai residui della produzione della carta. Può essere colorato ed è in grado di sostituire completamente la plastica con numerose applicazioni.

Dal mondo del packaging all’agricoltura, passando al design e allo sport, anche i settori delle costruzioni, della cosmetica, dell’animal care e tanti altri ne potranno giovare.

Alkipaper può essere utilizzato per sostituire compleatemente alcuni tipi di plastica

Come nasce Alkivio, startup che opera in economia circolare

Il suo nome deriva dal greco e significa “la forza della vita” poiché mira a ridurre l’impatto delle attività industriali sul nostro pianeta: Alkivio ha sede in provincia di Lecco, a Garbagnate Monastero, nell’headquarter del Gruppo Novacart.

La posizione strategica consentirà, entro il 2023, l’installazione della prima linea di produzione industriale a due passi da quelle di Novacart.

In questo modo, le materie residuali della multinazionale come carta, cartoncino e cellulosa, potranno vivere di nuova vita e contribuire alla nascita di Alkipaper attraverso un processo sostenibile sia a livello ambientale che economico.

Implementando la strategia di economia circolare, infatti, Novacart abbatterà i costi di gestione del residuo industriale. Potrà così ottenere un nuovo prodotto di alto valore commerciale, ricavato da processi sostenibili e green technology.

Che cos’è Alkipaper

I residui di produzione della lavorazione della carta vengono trasformati in granuli (pellet) pronti per rifornire di materia prima le aziende che producono oggetti in plastica.

Il materiale sviluppato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile che prende il nome di Alkipaper, può essere impiegato nei processi di stampa a iniezione, estrusione, termoformatura, soffiaggio e stampa 3D. Il vantaggio? È compatibile con gli impianti già esistenti e quindi utilizzabile a livello universale.

La startup Alkivio ha realizzato oltre 90 diverse formulazioni con caratteristiche meccaniche e fisiche differenti, per adattarsi alle esigenze di molteplici aziende produttrici.

Economia circolare, la capacità produttiva di Alkipaper

Dopo una prima fase di test nell’impianto preindustriale situato all’interno dei laboratori di ricerca e sviluppo in Novacart, Alkivio è pronta per veder nascere il proprio polo produttivo grazie all’arrivo di nuove strumentazioni.

Il business plan prevede la produzione di più di 900 tonnellate all’anno di materiale che risparmieranno all’ambiente altrettanto quantitativo di plastica.

Alkipaper, nato grazie alla ricerca nel campo delle green technology, fa da apripista verso un nuovo modello produttivo. L’economia circolare sarà infatti sempre più al centro delle politiche industriali, per creare alternative alla plastica che possano fare del bene al pianeta.

Ridurre l’inquinamento plastico è il primo passo per diminuire l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi. E se le multinazionali intraprenderanno azioni di ricerca e sviluppo, si potranno raggiungere più velocemente gli obiettivi di sostenibilità dettati dall’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.

Nuovo materiale in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU